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Il mio partito è Palermo.

Sono finite le elezioni e finalmente posso dare sfogo ad alcuni miei pensieri senza correre il rischio di fare propaganda elettorale ma con l’obiettivo di fare finalmente un po’ di riflessione politica.

Giovedì 22 febbraio a Palazzo Fatta ho assistito ad una serata di Rivoluzione Civile, ospite della serata il Sindaco Leoluca Orlando.

Mi piace molto ascoltare i discorsi di Orlando, è davvero un bravo oratore e quasi sempre condivido i concetti che esprime. Non ho avuto modo di votarlo durante le elezioni ma, nonostante avessi ancora la residenza a Milano, ho sostenuto la sua candidatura  e fui felice della sua vittoria come probabilmente il 74% dei Palermitani.

A Palazzo Fatta, giovedì sera, il suo discorso iniziò con le seguenti parole: “il mio partito è Palermo!”, una frase bellissima che lascia trasparire una passione e un interesse dell’individuo nei confronti della sua città. Il discorso verteva ovviamente sui temi delle elezioni politiche ed il perno del suo intervento era il futuro dialogo tra l’amministrazione palermitana e il governo nazionale. La sua era un’aperta richiesta ad un voto che, tra le altre cose, donasse a Palermo un canale di comunicazione più forte con Roma.
Come tutti saprete questo voto non è arrivato, né a Palermo né altrove e gli elettori di Rivoluzione Civile non saranno rappresentati in parlamento. Di certo all’interno della colazione si staranno domandando i motivi di questo flop e non sarò certo io a trovarli. Mi piacerebbe comunque dare almeno uno spunto  di riflessione, approfittando di un altro pezzo del discorso di quella bella serata e sottolineando come a volte sia necessaria una corrispondenza tra fatti e pensieri per mantenere un consenso.

Durante il suo monologo Orlando ha proposto un’altra interessante punto di vista su Italia Dei Valori, definito molto spesso il partito del NO. Il nostro Sindaco approfondisce questo tema ribaltando la situazione in modo molto interessante insistendo su alcuni esempi in cui i loro SI, su alcune proposte di legge legate a temi condivisibili come istruzione e salute, siano stati costretti a trasformarli in NO nel momento in cui le modalità di raggiungimento degli obiettivi sono diventate inaccettabili, insomma un livello di profondità davvero interessante legato al COME delle cose.

Anche in questo caso ho condiviso e apprezzato il discorso di Orlando fino a quando ho pensato ad alcuni miei NO nei confronti di alcune azioni dell’amministrazione e di come questi siano stati considerati un contrasto verso l’intera giunta. Un esempio è stata l’opposizione eclatante, da parte di residenti e commercianti, al sistema di pedonalizzazioni a macchia di leopardo attuato negli scorsi mesi da questa amministrazione, anche in quel caso la nostra protesta non era alle pedonalizzazioni ma al modello di attuazione intercorso, insomma un SI costretto a diventare un NO.

Caro Sindaco, a questo punto le posso dire che anche il mio partito è Palermo e in questo partito siamo migliaia, tutti desiderosi di una città migliore, più sicura, più pulita, più vivibile e di cui andare fieri. Se ci opponiamo ad alcune azioni della sua giunta non la prenda sul personale ma ci ascolti, valuti le nostre posizioni e poi ci spieghi perché quello che si è proposto di fare sarà un bene per Palermo.

Ci faccia partecipare alla vita della città, attivi quel processo partecipativo che era in programma e non abbia paura di noi cittadini, siamo dello stesso partito, Palermo ha bisogno anche di noi.